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Pelle vera vs pelle sintetica: quale è la scelta più sostenibile?
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Pelle vera vs pelle sintetica: quale è la scelta più sostenibile?

GW Admin

Cosa bisogna sapere sulla sostenibilità dei processi produttivi e dei cicli di vita della pelle

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Negli ultimi anni nel mondo sta aumentando la domanda di prodotti in pelle. Ciò rende significativo il dibattito sulla sostenibilità tra la vera pelle e la pelle sintetica e la valutazione di quale di queste abbia il maggiore impatto sull'ambiente.

La sostenibilità ambientale rappresenta oggi un parametro sempre più importante per i consumatori che lo considerano al pari degli altri tra i fattori da valutare in fase di acquisto.

Definizione di pelle

La definizione corretta di pelle è "materiale naturale, costituito da fibre collageniche derivante dalla pelle di un animale che subisce un processo di lavorazione detto concia".

Pertanto, non è esatto indicare con il termine "pelle" tutti quei prodotti realizzati con materiali e modalità differenti.

I prodotti costituiti da materiali sintetici che possiedono caratteristiche simili alla pelle sono indicati genericamente come prodotti in similpelle (o pelle sintetica). 

Tipologie di pelle

Vera pelle

La vera pelle è la pelle di cuoio al 100%. Ci si riferisce a pelli bovine, caprine e di pecora cioè di animali abbattuti a scopi alimentari (non così il caso degli animali cosiddetti "esotici").

Queste pelli sono sottoposte alla "concia", ovvero a quel processo di lavorazione mediante il quale si blocca la decomposizione e si ottiene un materiale pulito, robusto e traspirante.

Pelle primo fiore - Grain leather

La pelle primo fiore è di un tipo di vera pelle molto pregiato privo di imperfezioni che non è stato levigato o lucidato dopo la rimozione dei peli.

Si tratta di una pelle di altissima qualità che si ottiene rasando lo strato superiore dell'epidermide dell'animale prima di sottoporlo alla concia.

Il risultato è una pelle più sottile e flessibile idonea ad esempio alla realizzazione di borse o altri prodotti che necessitano di una certa elasticità.

Nappa

La nappa è una vera pelle molto liscia e pregiatissima per le sue caratteristiche di morbidezza, sofficità, traspirabilità e durevolezza.

Essa presenta dei pori aperti e per questo motivo non può essere trattata con vernici inorganiche. 

Cuoio rigenerato

Per cuoio rigenerato si intende una combinazione di vera pelle e pelle sintetica.

Si tratta di un materiale che presenta una percentuale più bassa di pelle animale ricavata da scarti di lavorazione (rifiuti che verrebbero buttati in discarica) uniti al PU ed a altri materiali sintetici.

Ecopelle

L'ecopelle (detta anche pelle ecologica) non è una pelle artificiale, ma è vera pelle di origine animale.

Il prefisso eco- sta ad indicare che il processo di concia è realizzato con un basso impatto ambientale ed è denominato "concia al vegetale".

La concia al vegetale prevede una maggiore efficienza dal punto di vista energetico, la presenza di impianti per la purificazione dell'acqua, la sostituzione delle sostanze chimiche per il trattamento (cromo) con sostanze naturali vegetali estratte dagli alberi (tannini), una asciugatura naturale e non a mezzo di macchinari ed una riduzione del volume di acqua impiegato nella lavorazione.

Inoltre, con la concia al vegetale vi è un riciclo dei materiali di scarto. Essi sono impiegati nel settore agricolo come componenti di fertilizzanti, in ambito edilizio per la fabbricazione di materiale edile e nel settore cosmetico.

Spesso al termine ecopelle è associato il concetto di pelle finta poichè all'inizio degli anni '90 esso era usato per indicare la pelle sintetica. In seguito si è deciso di definire come ecopelle la vera pelle conciata con metodi più rispettosi dell'ambiente.

Similpelle

La similpelle (detta anche pelle sintetica) è un materiale artificiale (ad esempio il poliuretano (PU) o polivinilcloruro (PVC)) che è costituito da fibre naturali e/o sintetiche di base con un rivestimento plastico.

Esso ha le sembianze della vera pelle, ma differisce da quest'ultima in termini di proprietà (per esempio non è traspirante nè resistente come la vera pelle). 

Si tratta di un prodotto che non essendo di origine animale è cruelty free e per questa ragione è definito anche "pelle vegana". 

Recentemente, si stanno esplorando nuove strade più eco-friendly per la produzione della similpelle utilizzando, in particolare, materiali organici come le bucce delle arance o gli scarti della produzione vinicola (la cosiddetta "vinaccia").

Cosa è più sostenibile tra la vera pelle e la pelle sintetica

Nella disquisizione tra chi è più sostenibile tra vera pelle e pelle artificiale bisogna andare a valutare non soltanto i diversi fattori di sostenibilità ambientale dei loro processi produttivi (come il consumo di risorse e le emissioni di gas serra), ma anche una serie di parametri relativi al ciclo di vita dei materiali stessi.

Pelle vera vs pelle sintetica - sostenibilità

La sostenibilità ambientale dei processi produttivi

Impiego di sostanze chimiche

La lavorazione della vera pelle rappresenta una delle industrie più antiche della storia umana e, come detto in precedenza, il suo ciclo produttivo parte dalle pelli di animali abbattuti per scopi alimentari che, altrimenti, diverrebbero rifiuti non così facilmente smaltibili.

Le pelli vengono quindi conciate utilizzando, nella maggior parte dei casi, sostanze chimiche anche tossiche (tra le quali il cromo) ed impiegando grandi volumi di acqua.

Il cromo utilizzato per la concia delle pelli è il cromo esavalente, tossico sia per l'uomo che per l'ambiente. Più della metà del cromo adoperato diventa un rifiuto solido o liquido che va a contaminare i suoli e i fiumi.

Altro fenomeno da considerare a seguito del processo di concia è l'eutrofizzazione delle acque.

Con tale termine si indica un eccesso nella concentrazione di sostanze nutrienti (azoto, zolfo, fosforo) nei fiumi e nei mari con conseguente aumento dell'attività biotica e abbassamento del livello di ossigeno fino a condizioni di asfissia.

Oggi i requisiti richiesti, per ciò che concerne l'uso di sostanze chimiche nei processi di lavorazione della vera pelle, sono molto più stringenti del passato grazie a severi standard di qualità in ambito normativo ed a iniziative aziendali, su base volontaria, che tendono ad eliminare il più possibile gli agenti chimici pericolosi.

Il processo produttivo della pelle sintetica non è esente da essere anch'esso fonte di inquinamento.

Innanzi tutto bisogna dire che parliamo di polimeri non naturali che, nel caso del PVC, assumono anche una connotazione di tossicità legata al suo possibile contenuto di diossine, notoriamente nocive per la salute umana e ambientale.

Tali sostanze persistono nell'ambiente e sono particolarmente pericolose se vengono bruciate. Inoltre, il PVC di per sè è un materiale rigido e per ammorbidirlo si usano dei plastificanti ftalati, anch'essi responsabili di patologie importanti per la salute.

Il PU è un materiale migliore del PVC a prodotto finito, ma è pur sempre un derivato dei combustibili fossili e la sua produzione coinvolge diverse sostanze tossiche come la dimetilformammide.

Carbon Footprint

Qual'è l'impronta di carbonio della pelle vera rispetto a quella sintetica?

In realtà entrambi i tipi di pelle hanno un impatto notevole sull'ambiente ma differiscono per quanto riguarda l'emissione di CO2e (anidride carbonica equivalente): la vera pelle ha una carbon footprint molto più elevata della pelle sintetica.

La gran parte delle emissioni di gas serra della vera pelle deriva dall'allevamento degli animali, i quali però, non sono allevati esclusivamente per l'industria della moda, ma generalmente per scopi alimentari quindi il carico di emissioni indotte in atmosfera grava anche su quest'ultimo settore.

Per la produzione di pelle sintetica, le emissioni sono molto minori poichè si necessita di meno risorse ma, in ogni caso, non bisogna dimenticare che parliamo di materie plastiche derivanti da petrolio ed altri combustibili fossili che ovviamente hanno una scarsa prospettiva di sostenibilità ed un impatto ambientale importante.

Water Footprint

La concia del pellame è ritenuta la fase meno sostenibile e più nociva per il pianeta, in quanto essa si basa su un'enorme consumo idrico (intorno ai 240 litri per 1 metro quadrato di pelle) unitamente all'utilizzo di sostanze chimiche che si riversano, alla fine del processo, prima nei fiumi e poi nei mari provocando dei danni immensi alla fauna ittica.

Per quanto riguarda l'Italia, dai report sulla sostenibilità di UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria), si evince che l'industria conciaria italiana si è impegnata a ridurre la propria water footprint negli ultimi 20 anni impiegando intorno al 15-20% di acqua in meno per metro quadrato di pelle.

Così come nel caso dell'impronta di carbonio, anche l'impronta idrica per il processo di produzione della pelle sintetica ha un valore più basso perchè si utilizza una quantità molto minore di acqua.

Il ciclo di vita dei materiali

Durabilità

In termini di durabilità, è indubitato che la vera pelle batte la pelle sintetica. Prodotti in pelle vera di alta qualità possono durare molti anni, se non anche una vita intera.

Al contrario, la pelle sintetica ha una bassa resistenza e con il tempo, essa inizia a rompersi in tanti piccoli frammenti divenendo inutilizzabile nel giro di 2 o 3 anni.

Ciò ci induce a sostituire il prodotto comprandone uno nuovo, aumentando così il volume di rifiuti in discarica.

Riparabilità

A differenza della pelle sintetica, la vera pelle può essere riparata, rinnovata e riutilizzata. 

Biodegradabilità

Sia la vera pelle che la pelle sintetica sono trattate con composti chimici che rendono molto lenta la loro biodegradazione.

Tra i due materiali però, la pelle naturale si biodegrada più facilmente in discarica alla fine del suo ciclo di vita in quanto essa è composta da materiale organico e non da materiali plastici come la pelle sintetica.

Se invece di essere posta in discarica la vera pelle viene bruciata, allora le conseguenze della concia al cromo diventano pericolose poichè la combustione rilascia cromo esavalente estremamente tossico in atmosfera.

Rifiuti

Lo studio "Nothing to hide" effettuato da LHCA (Leather and Hide Council of America), ha stimato che a fine 2020 una singola pelle bovina smaltita come rifiuto genera emissioni di gas serra pari a circa 22.3 Kg di CO2e (anidride carbonica equivalente), mentre quelle prodotte dai processi di concia ammontano a circa 4,6 kg di CO2e.

Si abbatte quindi circa l'80% delle emissioni. LCHA ha anche stimato che attualmente circa il 55% della fornitura totale mondiale di pelli bovine finisce nella catena del valore della pelle e che il restante 45% va sprecato.

In questo senso, diciamo che la lavorazione della vera pelle permette un recupero di scarti che altrimenti finirebbero in discarica.

La pelle sintetica non si decompone facilmente in discarica in quanto costituita da materiale plastico e, come tutti i materiali plastici, può impiegare anche diverse centinaia di anni a disintegrarsi.

Durante questo tempo essa si scompone in pezzetti sempre più piccoli detti microplastiche, rilasciando contemporaneamente anche sostanze chimiche di carattere tossico.

Cosa acquistare per fare la scelta più sostenibile

La sostenibilità, come abbiamo visto, è un concetto che racchiude una moltitudine di aspetti.

Quale tipo di pelle sia effettivamente "più sostenibile" dipende moltissimo dalla nostra scala di priorità, cioè da quali aspetti di quella moltitudine sono per noi più importanti.

Sicuramente, però, una scelta sostenibile da parte nostra non può prescindere dal considerare la facilità di smaltimento di un prodotto una volta che esso diventa un rifiuto.

In virtù di tale considerazione ed in un'ottica di "zero waste", è bene in generale prediligere prodotti costituiti da materiali facilmente biodegradabili o che siano realizzati a partire da "materiali di scarto" come è ad esempio la vera pelle per l'industria alimentare della carne.

In questo senso, fintanto che tale industria sarà attiva come lo è oggi, c'è un vantaggio nel lavorare la vera pelle poichè non si butta via niente dell'animale ed anche perchè il suo ciclo di vita è molto più lungo delle alternative.

Ovviamente, meglio scegliere una pelle conciata al vegetale piuttosto che una conciata al cromo.

Un'altra scelta sostenibile che possiamo fare è quella della similpelle a base vegetale.

Seppure non ancora di largo consumo questa nuova tipologia di pelle, che sfrutta i materiali di scarto derivanti da altre industrie (ad esempio cactus, foglie di ananas, scarti di mele e micelio), ha il vantaggio di essere facilmente biodegradabile a dispetto della sua durabilità.

Ragionando sempre in termini di rifiuti zero, un'altra opzione sostenibile è scegliere prodotti realizzati a partire da materiali esistenti.

Sebbene la realizzazione del prodotto comporta un certo consumo di risorse, il vantaggio nell'impiegare nuovamente un materiale esistente è quello di tenerlo lontano dalla discarica per più tempo possibile oppure anche quello di sottrarlo all'ambiente in quanto "rifiuto", di cui un esempio sono i prodotti realizzati a partire dalla plastica recuperata dagli oceani.

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