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Glossario dei termini green più utilizzati

Microplastiche
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Microplastiche

GW Admin

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Il tema delle microplastiche ha assunto una sempre maggiore rilevanza a livello globale in seguito ai numerosi studi condotti negli ultimi decenni che ne hanno evidenziato sia l'estrema diffusione in tutti gli ecosistemi del pianeta che i potenziali impatti sull'ambiente e sulla salute umana.

Il rilevamento di microplastiche nelle acque marine e fluviali, nel suolo e nei fondali, nei ghiacciai e nell'aria rappresenta oggi una fonte di forte apprensione per gli effetti che esse generano su tutti gli esseri viventi.

Recenti studi hanno evidenziato che questi piccolissimi frammenti di plastica possono accumularsi nei tessuti degli organismi causando loro dei danni, anche se, l'impatto nel tempo di queste sostanze è ancora oggetto di studio.

La scoperta delle microplastiche non avvenne che nel 1972, quando il biologo marino Richard Thompson trovò dei piccoli pezzetti di plastica nell'intestino di diversi uccelli marini.

Da quel momento in poi si susseguirono varie ricerche, dapprima solo sporadiche ed in seguito sistematiche, tali che negli anni '90 del secolo scorso si iniziò ad avvertire seriamente una certa preoccupazione in merito alla presenza delle microplastiche nell'ambiente.

Nei decenni che seguirono man mano si comprese quanto fosse avanzata la loro diffusione e vennero messe in atto diverse iniziative volte alla rimozione delle microplastiche già esistenti, ma non a soluzioni che potessero evitare di crearne di nuove.

Le ragioni sono da ritrovarsi nell'ancora scarsa conoscenza, all'epoca, dell'argomento (alcune cose non sono chiare neanche oggi), nella difficoltà di trovare dei materiali alternativi alla plastica che allo stesso tempo costassero poco e nelle pressioni economiche volte a scoraggiare politiche di riduzione della plastica.

Tuttavia, negli ultimi anni si sono intraprese numerose azioni per prevenire la creazione di nuove microplastiche promuovendo i materiali biodegradabili e riducendo l'utilizzo sia della plastica monouso che delle microplastiche presenti in prodotti cosmetici e prodotti per la pulizia.

Cosa sono le microplastiche

Per microplastiche si intende una serie di frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 mm che circolano liberamente nell'ambiente e che derivano principalmente dalla degradazione di oggetti di plastica di uso comune (come ad esempio bottiglie, contenitori, giocattoli, buste, tessuti, cosmetici ecc...).

Le dimensioni delle microplastiche variano, quindi, da qualche micron a qualche millimetro. Quando però le loro dimensioni sono davvero molto piccole e precisamente inferiori a 1 micron, parliamo di nanoplastiche.

Tipi di microplastiche

Le microplastiche si differenziano non solo in base alla dimensione, ma anche in base alla forma e alla composizione chimica che hanno. Le tipologie principali di microplastiche sono:

  1. Particelle - piccoli frammenti di plastica di varie forme e dimensioni originati da processi di degradazione di oggetti più grandi o da processi industriali;
  2. Fili - filamenti di plastica di lunghezza variabile derivanti da prodotti tessili come tappeti e moquette o da tessuti usati per la pulizia;
  3. Fibre - fibre di plastica derivanti dal lavaggio degli abiti in tessuto sintetico. Esse, costituiscono una parte cospicua delle microplastiche che troviamo nell'ambiente;
  4. Film - pellicole di plastica di solito utilizzate negli imballaggi;
  5. Granuli - piccole sfere di plastica che si ritrovano in prodotti cosmetici e in detergenti per la cura della persona e per la pulizia della casa;
  6. Schiuma - schiuma di plastica utilizzata come materiale leggero per isolare, imballare e imbottire (ad esempio i sedili delle automobili).

 

Come si originano le microplastiche

Le modalità con cui si originano le microplastiche sono svariate. La maggiorparte di esse deriva dalla deframmentazione di oggetti di plastica che si degradano nel tempo in pezzi sempre più piccoli. Un'altra parte di microplastiche, invece, proviene da prodotti di altra natura che le contengono e che le rilasciano nell'ambiente. 

Tra i prodotti non di plastica che comunque contengono microplastiche troviamo in primo luogo i capi di abbigliamento sintetico come ad esempio quelli in poliestere che, in seguito a lavaggio, rilasciano delle fibre di plastica che, passando per i tubi degli scarichi domestici, finiscono nei fiumi e nei mari.

Un'altra causa di microplastiche è il reparto cosmetico; in alcuni prodotti infatti (come dentifrici o scrub) sono presenti microplastiche che fungono da agenti esfolianti. Allo stesso modo, possiamo trovare microplastiche con funzioni abrasive nei prodotti per la lavatrice o la lavastoviglie o, ancora, in alcuni prodotti per la pulizia della casa.

La gomma rappresenta un'altro materiale, fonte di microplastiche. Gli pneumatici degli autoveicoli rilasciano microplastiche in seguito ad usura mentre i prodotti in gomma come ad esempio i campi da gioco sintetici le rilasciano anche durante l'utilizzo.

Un ultimo esempio è costituito dai prodotti agricoli che contengono microplastiche come i pesticidi ed i fertilizzanti che, per loro stessa natura, sono irrorati direttamente nell'ambiente.

L'impatto delle microplastiche

Le microplastiche hanno diversi tipi di impatti già noti nonostante, come detto in precedenza, esse siano ancora oggetto di ricerca.

Per quanto riguarda l'impatto ambientale, sappiamo che le microplastiche sono un pericolo per tutti gli ecosistemi, in quanto non solo alterano la qualità dei suoli, dei sedimenti e delle acque, ma corrono lungo tutta la catena alimentare partendo da un piccolo essere vivente che le ingerisce.

Quest'ultimo, oltre a fare da vettore di queste sostanze nella catena alimentare, può anche subire esso stesso dei gravi danni fisici ed avere effetti tossici da questi pezzetti di plastica.

L'impatto sull'uomo e sulla sua salute parte proprio dalla sua esposizione alle microplastiche e dalla loro assunzione involontaria. Si sono trovate tracce di microplastiche nel corpo umano che vi entrano plausibilmente per inalazione, per contatto con la pelle o per ingerimento attraverso l'alimentazione.

Secondo alcune ricerche scientifiche, infatti, le microplastiche sono presenti nell'aria (come effetto della combustione di plastica o gomma), nei tessuti sintetici, in molti alimenti (sia di origine vegetale che animale) anche come risultato del rilascio dagli imballaggi in plastica e sono state ritrovate perfino nell'acqua potabile.

Pur non essendoci ancora prove definitive sulle conseguenze negative a lungo termine delle microplastiche sulla salute umana, diversi studi indicano che esse possano essere causa di stress, infiammazioni, disturbi di carattere metabolico e neurotossico ed in ultima istanza di cancro.

Cosa si sta facendo nel mondo per ridurre l'inquinamento da microplastiche

La direzione di sostenibilità ambientale che si sta intraprendendo negli ultimi anni si pone l'obiettivo di trovare soluzioni per affrontare in generale il problema della plastica nell'ambiente riducendone la produzione e l'utilizzo. 

Prevenire la dispersione, gestire e ridurre l'inquinamento da microplastiche rappresentano, in particolare, le finalità degli sforzi che i governi di tanti paesi stanno compiendo globalmente, spinti anche dalla crescente attenzione dei media e della popolazione su questo argomento.

In ambito giuridico, si cerca di limitare la produzione di plastica e l'utilizzo di prodotti contenenti microplastiche varando leggi e regolamenti, come ad esempio la legge emanata dall'Unione Europea che dal 2021 vieta l'uso di prodotti monouso di plastica quali piatti, posate, bicchieri e cannucce.

Si sta inoltre procedendo in ambito scientifico con numerosi progetti di ricerca volti a definire nuove soluzioni rispetto al tema, sia implementando nuovi materiali alternativi alla plastica che siano al contempo biodegradabili, sia sviluppando nuove tecnologie per la raccolta, il recupero ed il riciclo delle microplastiche.

Numerose sono anche le campagne di sensibilizzazione incentrate su cosa possiamo fare nella nostra quotidianità per ridurre l'inquinamento da microplastiche e su quali sono le conseguenze che la loro diffusione comporta.

In ogni caso, la risposta a questo problema di carattere globale deve essere necessariamente una risposta coordinata e a lungo termine che fa affidamento sulla cooperazione internazionale.

A tal proposito nel 2017, l'Organizzazione delle Nazioni Unite lanciò, tramite il suo programma ambientale (UNEP), #CleanSeas - la campagna sensibilizzazione globale sulla salute dei mari nel mondo - con la sfida ambiziosa di eliminare l'inquinamento da plastica entro il 2030. Più di 60 paesi aderirono alla campagna, il cui intento era quello di portare governi, società private e persone comuni ad intraprendere azioni virtuose per ridurre l'inquinamento da plastica. 

Nel 2019 è stata istituita la Convenzione di Barcellona sulle acque del Mediterraneo, un accordo internazionale che punta alla riduzione della quantità di microplastiche nel Mediterraneo, uno dei mari più colpiti da questo fenomeno.

Il protocollo di questa convenzione, chiamato "Protocollo per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento causato da microplastiche nell'ambiente marino del Mediterraneo" è stato adottato nel febbraio del 2021 e prevede misure per ridurre l'uso di microplastiche nei prodotti, migliorare il trattamento dei rifiuti e prevenire l'abbandono di attrezzature da pesca che possono causare la dispersione di microplastiche nell'ambiente marino.

Cosa possiamo fare nella vita quotidiana per ridurre la formazione di microplastiche

Ognuno di noi, nella propria quotidianità, può decidere di fare delle scelte oculate verso un cammino più sostenibile. Non bisogna scoraggiarsi nel pensare che in fondo non è altro che una goccia nel mare, perchè il mare è fatto di gocce ed ogni nostra scelta è importante.

Per prevenire la formazione di inquinamento da microplastiche ad esempio:

  1. Riduciamo significativamente la quantità di plastica usa e getta.

    Al posto delle bottiglie di acqua usiamo una caraffa filtrante. Per le bottiglie più piccole da portare sempre con noi, sostituiamole con delle borracce in vetro, in acciaio o in alluminio;

    Al posto delle buste per la spesa usiamo una shopper in tessuto; teniamola sempre in borsa o in auto così da poterla utilizzare all'occorrenza;

    Al posto dei rasoi monouso, acquistiamone uno in metallo che durerà molto più a lungo e, nel tempo, ci garantisce anche un risparmio economico (dovremo sostituire solo le lame);

    Al posto dei contenitori in plastica per conservare i cibi in frigo, scegliamo quelli in vetro. Per portare il pranzo in ufficio, possiamo considerare dei contenitori in bambù;

    Al posto della tradizionale pellicola per alimenti, optiamo per quella alimentare prodotta con la cera d'api che può essere riutilizzata diverse volte in quanto è lavabile;

    Al posto degli spazzolini per i denti completamente in plastica, scegliamo quelli in bambù: il bambù è un materiale 100% biodegradabile mentre le setole sono in genere di nylon 6 (un tipo di nylon più facilmente decomponibile rispetto agli altri tipi di nylon);

    Al posto della spugna per la doccia o per lavare i piatti in materiale sintetico, scegliamo quelle in luffa che sono provviste di un'azione esfoliante naturale e che sono completamente vegetali in quanto ottenute essiccando la polpa di questo frutto;

    Al posto di spazzole e pettini in plastica, scegliamo quelli in legno;

    Al posto dei vasi in plastica per le nostre piante, utilizziamo quelli in terracotta che tra l'altro consentono anche alle radici delle piante di respirare.
     
  2. Laviamo i tessuti sintetici a basse temperature e limitiamo (o meglio evitiamo) gli ammorbidenti. In questo modo si riduce di molto il rilascio di microplastiche nel corso del lavaggio.
  3. Se è possibile scongiuriamo l'acquisto di prodotti cosmetici e detergenti per la pulizia ad uso personale e casalingo contenenti microplastiche. Diamo un occhio all'etichetta e verifichiamo se sono privi di plastica.
  4. Effettuiamo una buona raccolta differenziata. Assicuriamoci di separare bene tutti i materiali riciclabili ed aiutiamoci con le indicazioni riportate sulle confezioni.
  5. Dove possibile, optiamo per prodotti eco-friendly realizzati con materiali naturali biodegradabili.