Il downcycling (in italiano riciclo a circuito aperto) è una tipologia di riciclo che differisce dall'upcycling in quanto i beni ottenuti hanno un valore (reale o percepito come tale) minore rispetto ai materiali di partenza.
In genere, i prodotti creati con il downcycling risultano essere più economici e con un ciclo di vita più breve.
La perdita di valore che si ha dalla trasformazione del rifiuto è dovuta in primo luogo alla tipologia dei materiali di partenza, ma può essere anche dovuta alla presenza, in essi, di alcuni contaminanti (come la vernice sulle lattine di alluminio) che rendono il prodotto finale meno pregiato.
La plastica è un ottimo esempio di downcycling in quanto essa, per sua natura, è un materiale che perde valore ogni volta che è riciclato realizzando via via materiali plastici di minore qualità fino a diventare, dopo un certo numero di cicli, non più reciclabile.
La carta è anch'essa un materiale che si degrada ad ogni riciclo; la carta bianca è, in genere, convertita in cartone mentre quella stampata è riciclata in carta igienica.
Altro esempio è il downcycling nel comparto tessile che vede la raccolta e la trasformazione di materiali di scarto in nuovi materiali qualitativamente inferiori tramite processi di trasformazione soprattutto meccanica ma anche chimica.
Gli scarti della lavorazione tessile sono da sempre considerati e trattati come rifiuti speciali e quindi il loro smaltimento deve seguire delle rigide procedure normative.
Dal riciclo degli scarti tessili di lavorazione si realizzano principalmente altri prodotti in tessuto con fibre di qualità più bassa come indumenti, tappeti e strofinacci, ma oggi è possibile impiegarli anche in altri settori ad esempio in bioedilizia (come pannelli isolanti) o nei settori dell'arredamento o dell'automotive.
Il 18 Marzo è la giornata mondiale del riciclo celebrata per incentivare la riduzione di rifiuti e di sprechi evidenziando l'importanza di effettuare una corretta raccolta differenziata.